Non è mai stato possibile considerare il Capri una semplice pizzeria.
Il locale aprì i battenti nel lontano 1969, in uno scenario storico che avrebbe di lì a poco eletto Jesolo la principale città balneare dell’alto Adriatico.
Il patron rispondeva al nome di Mario Teso, istrionico personaggio che intraprese la personale e fortunata avventura ristorativa accompagnato dalla moglie e dai due figli.
Il locale si impose presto nell’ancora spoglio panorama dell’offerta turistica del litorale e Mario fu per lungo tempo l’attore principale nelle leggendarie disavventure di cui ancora oggi capita di sentir parlare: sbronze colossali, partite a carte con le mogli in palio, jam-session improvvisate, animali trascinati tra i tavoli, travestimenti di ogni tipo e maltrattamenti epocali riservati a clienti troppo pretenziosi.
Quando l’età impose al capofamiglia di farsi da parte, furono i figli Carlo e Gianna a prendere il timone della pizzeria. Il primo, buon sangue non mente, perpetuò a modo suo l’eccentrica filosofia del padre riempiendo i locali della pizzeria con opere d’arte, pitture di sua produzione e bestemmie di cui ancora oggi risuona l’eco. Gianna rappresentò sempre la parte razionale della famiglia, fu lei infatti a gestire sempre i contatti con il pubblico servendo ai tavoli le tanto acclamate pizze del fratello.
Nel 2005, dopo tanti anni di onorato servizio, la famiglia Teso si ritira e passa il testimone a Barbara e Damiano, anche loro fratello e sorella, lui pizzaiolo e poeta dall’animo burrascoso, lei, molto più composta, si occupa della sala. Che sia solo uno scherzo del destino?